martedì 7 settembre 2010

In the "Heart" of Bali

Ubud, 29 Agosto 2010
Comincio presto il mio viaggio in motorino verso Nord, destinazione: Ubud, il "cuore" di Bali.
All'alba mi lascio alle spalle la caotica Kuta, ma prima di arrivare a Ubud, mi perdo un paio di volte.
La prima, rimango colpito da uno splendido tempio che si affaccia direttamente sulla strada, mi fermo, parcheggio ed entro.
Prima di entrare, però, è necessario indossare un sarong, l'abito tradizionale indonesiano, indispensabile per entrare nei luoghi sacri.


La seconda volta che mi perdo, invece, rimango bloccato sulla strada principale, circondato da motorini strombazzanti e macchine con i motori accesi.
Nulla sembra muoversi ed entrambe le corsie di marcia sono bloccate, ma in lontananza riecheggiano suoni di tamburi e di risate, quindi decido di lasciare il mio fido "Mio Soul 110cc" ad un lato della strada e, incuriosito, mi dirigo nella direzione da cui provengono tutti questi suoni.
Avvicinandomi faccio appena in tempo a scorgere un gruppo di persone che canta, ride e porta qualcosa in grembo o sulla testa: della frutta, qualche verdura, polli ancora vivi, polli già cotti...c'è chi porta delle foto in grembo.
Tutti assecondano la processione che sembra non avere una direzione definita, poichè tutti girano in circolo proprio in mezzo alla strada principale, dove fino a qualche minuto prima sfrecciavano macchine e scooter.
Mi avvicino ad un uomo tutto vestito di nero che indossa un tipico sarong e sembra indicare alle persone una strada dove andare e chiedo informazioni.
La figura si gira, e con l'aria di chi ha già risposto alla domanda migliaia di volte, risponde: "Crematisi Ceremony" prima di rigirarsi per dirigere nuovamente la folla sulla retta via.
Tutt'intorno è un movimento continuo, c'è chi segue la folla, chi suona i tamburi, chi porta le offerte, chi corre freneticamente per dare indicazioni sul da farsi, ma tutto si svolge ordinatamente, e tutti sono felici, sorridono, mi guardo attorno e non riesco a vedere nessuno triste: E' una grande festa per tutti.


Mi sembra il modo migliore per celebrare la scomparsa di qualcuno, la tristezza deve cedere il passo di fronte all'unione delle famiglie di tutto un villaggio riunite per questa Cerimonia di cremazione.
Non ci sono quasi turisti, quindi mi guardo attorno e chiedo a qualcuno del posto se posso rimanere, non vorrei disturbare un rito tanto importante. Comincio a chiedere a qualcuna delle persone che sono meno coinvolte con le preparazioni, che subito si forma un capannello di persone che vuole rendersi utile e dire la sua, ma quasi tutti sono concordi su una cosa: devo restare assolutamente e partecipare anche io alla loro festa!
Mi dirigo, accompagnato da un gruppetto di persone nel centro della festa, dove si stanno preparando le impalcature per cremare le offerte e i corpi, ci saranno una cinquantina di pire funerarie e tutte hanno somiglianze di animali, ci sono molti tori di ogni colore, qualche dragone ed altri animali che non riesco a riconoscere.


Più tardi, incontro un ragazzo con una macchina fotografica da vero professionista, vedo che ha un badge da reporter, e gli chiedo qualche informazione sulla Cerimonia.
Mi risponde che è un giornalista di Jakarta, è giunto qui per caso, e si è imbattuto anche lui nella cerimonia, quindi ha deciso di fermarsi. Mi ha raccontato che solitamente questo tipo di cerimonie vengono organizzate ogni due, a volte tre anni. Ogni villaggio si riunisce e decide una data in cui avverrà la Crematisi Ceremony, una volta che un membro del villaggio scompare, viene cremato nell'arco di qualche giorno e i familiari cominciano a mettere da parte il denaro necessario per la Cerimonia, solo coloro che perdono la vita nei giorni appena precedenti la data prefissata per la festa verranno cremati durante la Crematisi Ceremony.
Mi fermo fino a quando cominciano a dare fuoco alle pire funerarie, dense nubi di fumo si alzano ovunque, poi la gente lentamente comincia a tornare da dove era arrivata, la strada principale si riempie nuovamente di moto e macchine, tutto sembra tornare alla normalità e così riprendo il mio viaggio verso Ubud.


Arrivato ad Ubud trovo sulla strada due turisti che hanno l'aria smarrita come la mia, chiedo se hanno un posto per la notte, dato che ne sto cercando uno anche io, hanno le idee chiare, ma sono a piedi, così si aggiunge un ragazzo del posto in motorino e ci dirigiamo tutti e 4 nel posto dove volevano stavano cercando di andare loro.
Conclusi i convenevoli per prenotare le stanze, facciamo le dovute presentazioni con Jochen, Steffi e Gusti, chiedo a quest'ultimo che è del posto se mi può indicare alcuni luoghi dove sarei voluto andare in giornata, mentre i ragazzi tedeschi rimangono ai bungalows perchè hanno ancora i postumi del Jet Lag.
Dal dire al fare il passo è breve, e così Gusti si offre di farmi da guida per la giornata, mi invita a casa sua a conoscere la sua famiglia, ha 3 splendidi bambini, e poi mi accompagna a vedere una piantagione di tabacco, cacao, caffè, vaniglia e del famoso Kopi Luwak.


Il Kopi Luwak non è altro che il caffè ottenuto dalle feci dei Luwak, che vengono pulite, tostate e macinate allo stesso modo di un caffè tradizionale, ma "dovrebbero" avere un gusto più particolare, dovuto alla frutta di cui si ciba questo piccolo animaletto.


Oggi è stata una giornata particolarmente densa di avvenimenti, quindi stasera a letto presto, che domani ci si sveglia all'alba per esplorare tutta la zona in compagnia di Gusti, Jochen e Steffi, che nel frattempo si sono procurati un motorino.

2 commenti:

  1. Ma che spettacolo sei, amorino!!! Vederti così mi dà una gioia che neanche ti immagini! Ma

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  2. Continua cosi che voglio sapere di quella zona del mondo e una delle mie sicure mete future.
    Il prossimo viaggio lo facciamo insieme!

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