martedì 13 ottobre 2009

Parte 2-Cambogia, Templi e Bimbi

Avevo ancora impresse in mente le immagini delle spettacolari cascate di Erawan quando prendo il volo che mi porterà in Cambogia.
Arrivo a Phnom Penh nel pomeriggio, mi sistemo per la notte e mi guardo un po’ intorno, ma nella capitale c’è ben poco da vedere.
Il giorno dopo di prima mattina prendo il pullman che mi porterà a Siem Reap per vedere i famosissimi templi di Angkor e nelle sei ore che trascorrono prima di arrivare assisto a dei paesaggi in cui la natura assume tonalità di verde impensabili per l’occhio occidentale così abituato al grigio delle città.
Appena arrivato a Siem Reap riesco solo a vedere l’Angkor Wat e uno splendido tramonto dopo il quale mi avvio verso il centro città in un ristorante all’aperto dove mangiare.
Al ristorante incontro una coppia austriaco-olandese e alcune ragazze conosciute in giornata che si fermano con noi per bere qualcosa dopo cena.
Uno dei vantaggi di viaggiare da soli è proprio il fatto che si è propensi a conoscere gente nuova, per riuscire a farsi fare delle foto nei diversi posti, semplicemente per parlare con qualcuno o per bere e mangiare qualcosa insieme.
Comunque vada si incontrano persone sempre disponibili, simpatiche e con un sacco di storie o esperienze da cui imparare!
La sera mi devo congedare presto dal gruppo appena formato perché il programma del giorno dopo prevede una sveglia alle 4 del mattino per poter fotografare l’alba levarsi dall’Angkor Wat.
Una volta immortalata l’alba all’Angkor Wat approfitto dell’ora (6 del mattino circa) per visitare i templi prima che vengano assaliti dai turisti. Riesco a vedere quasi tutti i templi migliori in solitudine, soltanto io, i templi e la natura che ci circonda.
Ricomincio la visita dopo una breve pausa e completo la visione di tutti i templi più belli e suggestivi di Angkor scortato come sempre dal mio accompagnatore in motocicletta indispensabile considerate le dimensioni dell’area dove risiedono più di un centinaio di templi che furono eretti da diverse dinastie Khmer che furono poi abbandonati e dimenticati nel mezzo della giungla.

La natura durante gli anni ha fatto il suo corso e si è riappropriata come poteva degli spazi che una volta le appartenevano e così, una volta che i templi furono riscoperti, lo stupore per la scoperta lasciò lo spazio alla meraviglia della fusione tra opera d’arte umana e naturale che si fondono armonicamente.


La sera ritrovo il gruppo della notte precedente con cui ci eravamo dati appuntamento per mangiare insieme e tra un discorso e l’altro la coppia austro-olandese mi mostra le foto che hanno realizzato in un orfanotrofio durante la giornata e mi consigliano di andarci se ho un po’ di tempo perché ne sarebbe valsa la pena.
Appena arrivo all’orfanotrofio con la motocicletta vengo assalito da una marea di bambini sorridenti e felici che sono ansiosi di chiedermi in un perfetto inglese ogni tipo di domanda.
Tra queste mi chiedono di fare una partita di pallone con loro e ovviamente accetto.
Non ho mai giocato a calcio in vita mia, il campo era un misto di terra e acqua con prevalenza acqua, a 5 minuti dall’inizio è cominciato a piovere e non avevo neanche un centimetro del mio corpo asciutto, ma non mi sono mai divertito tanto in vita mia.
Dopo 2 ore di bagni nel fango siamo tutti un po’ stanchi e mentre i più grandi decidono che è giunto il tempo di una bella doccia, i più piccoli non vogliono rinunciare ad un ultimo vero bagno nella piscina artigianale offerta da madre natura.
Prima assisto da spettatore a tutti i tuffi e le capriole dei più piccoli, poi ne divento complice dopo che mi viene chiesto di fare da trampolino umano.

Finiti i giochi d’acqua (e di fango) arriva il proprietario che ci offre il pranzo e ci spiega (il guidatore di motocicletta mi fa da interprete) come funziona all’interno dell’orfanotrofio, come è organizzata la casa, come sono programmate le giornate e ci spiega che tutti i bambini (37) vanno regolarmente a scuola. C’è chi segue delle lezioni direttamente lì e chi invece frequenta la scuola pubblica vicina.
Dopo pranzo a malincuore è il momento di congedarmi e quando i bambini capiscono mi inseguono con dei disegni fatti da loro, braccialetti e altri pensierini che vogliono assolutamente regalarmi.
Pieno di gioia, pensierini, disegni e anche un po’ commosso mi allontano mentre tutti mi salutano con la loro manina alzata.
Con queste immagini nella mente e nel cuore lascio la Cambogia e finisco qui il mio racconto.

lunedì 12 ottobre 2009

Parte 1-Thailandia “La Terra del Sorriso”

Sono costretto a dividere il mio viaggio in Thailandia e Cambogia in due capitoli perché ci sono troppe foto da mostrare e troppi racconti che altrimenti rischierebbero di annoiare il lettore distratto in un articolo troppo lungo.Le prime due cose che mi accolgono all’arrivo a Bangkok sono un aeroporto tra i più belli e all’avanguardia a livello mondiale e un caldo umido che ti appiccica i vestiti addosso fin dal primo momento.
Dopo essermi sistemato in uno dei posti più centrali di Bangkok, la Silom Road, comincio subito a perlustrare i dintorni e mi imbatto quasi per caso nel Pat Pong, un mercato notturno che vende di tutto.
Tra le solite bancarelle di magliette e altri souvenir non è difficile intravedere meravigliose ragazze in bikini che ti invitano ad entrare in uno dei numerosi locali che costeggiano la via.
Ripreso dalle visioni della notte precedente impiego l’intera giornata per raggiungere il Parco Naturale di Erawan con le sue cascate mozzafiato a 7 livelli: prendo due autobus locali pieni di gente in cui sono l’unico straniero a bordo e all’ultima fermata di Erawan sono l’unico a scendere.
Arrivo che è già buio ma per fortuna le guardie forestali mi presentano il catalogo delle sistemazioni e scelgo una tenda, una coperta e un cuscino per un totale di circa 1 euro.
Sistemato il tutto, crollo dal sonno e non faccio neanche caso a dove sistemo la tenda.
Al risveglio mi ritrovo circondato da un paesaggio meraviglioso: sono ai margini del fiume Kwai, circondato dalla natura e con un sole che prefigura una splendida giornata.
Come in un videogioco comincio dal 1° livello fino ad arrivare dopo un’ora di salita al 7° salto e il cuore sembra scoppiare, per lo sforzo e la meraviglia che offre il paesaggio.
Da qui comincio con calma la discesa e mi godo ogni singolo salto delle cascate con rinfrescanti bagni e qualche foto scattata dai numerosi visitatori thailandesi e turisti.
Torno dal Parco Naturale di Erawan dopo aver conosciuto almeno una cinquantina di persone, più di 500 foto da quando sono partito e un sacco di indirizzi e-mail a cui mandare le foto durante la discesa.
Il ritorno a Bangkok e i successivi giorni mi permettono di conoscere meglio: il caotico e colorato traffico di Bangkok, effettuare una gita sul Chao Phraya da cui vedere tutti i grattacieli che dominano sulla città, usare l’avvenieristico Skytrain che da pochi anni collega tutta Bangkok e fare anche un salto al mercato notturno di Suan Lum dove si può trovare davvero di tutto.
In conclusione la Thailandia è un paese che mi ha colpito molto e dove tornerei volentieri, anche perché in pochi giorni non è possibile godere di tutte le meraviglie che la “Terra del Sorriso” può offrire.

giovedì 1 ottobre 2009

Summer Palace, Party, Zoo, Thailand-Cambodia

Questa settimana prima presentazione e primo Case Analysis per l’esame di “Doing Business in China”. Abbiamo lavorato tutti sodo e alla fine i feedback sono stati ottimi, quindi possiamo considerarci soddisfatti.
Approfittando del bel tempo abbiamo visitato (Io e Kimmi, Julia&Gunnar) il Summer Palace di Beijing che nonostante le dimensioni mastodontiche che occupa con il suo lago (il parco circostante disseminato di templi nei posti più inaspettati e il Palazzo d’Estate stesso) offre al turista una sensazione di calma e armonia che pervade anche il visitatore più distratto.


Questa settimana non sono mancate né feste né serate fuori, forse anche per questo è sembrato che il tempo volasse via così rapidamente: sembra passato pochissimo dai primi giorni pechinesi e invece ormai è già da un mese che sono qui!
Era dai primi giorni che volevo andare a visitare lo Zoo di Beijing e finalmente i giorni scorsi siamo riusciti nell’ardua impresa. È importante precisare che lo Zoo è davvero grandissimo e pieno di animali di ogni tipo (Panda Giganti, Tigri Bianche, Elefanti, Giraffe) però per visitarlo è necessario riuscire a superare i momenti di tristezza dovuti alle condizioni degli animali e delle loro gabbie: essere in buona compagnia è un prerequisito fondamentale.
Questa settimana non mi sono risparmiato neanche il parco di Yuanmingyuan vicino all’università con le sue splendide rovine e il Silk Market, un mercato del falso all’interno di un palazzo di 7 piani dove tutti cercano di venderti di tutto a prezzi esagerati, e una volta contrattato esci con sacchi pieni di ogni genere di mercanzia a prezzo stracciato.

Ora scusatemi ma devo scappare, per le vacanze nazionali cinesi (si festeggia il 60simo anniversario della Cina e la festa di metà autunno) ho deciso di andare in Thailandia e Cambogia e parto tra poco…a breve arriverà un racconto anche su questo.