mercoledì 10 novembre 2010

Kinabalu: Conquistato!

Kota Kinabalu, 4 Novembre 2010
ieri all'aeroporto di Kuala Lumpur ho scoperto che sono diventato Dottore di Economia Aziendale e Management, stamattina invece riesco a prenotare la scalata del Monte Kinabalu, che con 4095,2 metri sul livello del mare è la montagna più alta di tutto il Sud-Est Asiatico!
La mattinata è dedicata alla ricerca del materiale necessario per scalare il Kinabalu in maniera ottimale:

-un paio di scarpe da ginnastica nuove perchè le mie fidate scarpe rosse che mi hanno accompagnato fin qui ormai hanno più buchi di uno scolapasta, ottime per far respirare il piede nelle calde giornate tropicali, non altrettanto comode quando piove.

-una torcia che sarà indispensabile quando dovrò cominciare a scalare il Kinabalu di notte per riuscire a vedere sorgere il sole.

- una tuta da ginnastica per non congelare una volta arrivato sulla vetta, perchè tutti i pantaloni che ho sono corti o ultraleggeri.

Giro tutta la mattina tra negozi, mercati e centri commerciali, nonostante il tempo sia stupendo e dopo diversi giri a vuoto trovo le scarpe e la torcia, mentre per il resto proverò ad arrangiarmi con quello che ho.

Monte Kinabalu, 5 Novembre 2010
Oggi mi reco ai piedi del Kinabalu, al quartier generale del parco per confermare gli ultimi dettagli, abituarmi all'altitudine e prenotare una guida, (Iging, 57 anni) che mi accompagnerà per i prossimi due giorni fino alla vetta e ritorno.
La sera preparo lo zaino e vado a letto presto per riposare abbondantemente e ricaricare le batterie prima di questi 2 giorni di scalate, anche se non faccio i conti con le emozioni e quindi mi giro e rigiro nel letto per ore prima di prendere sonno.

Monte Kinabalu, 6 Novembre 2010
Stamattina alle 08:25 varco le porte del Timpohon Gate e comincio ufficialmente la scalata del Kinabalu, che ogni anno ospita anche una speciale "climbathon" in cui atleti di tutto il mondo e di tutte le categorie si sfidano per raggiungere la vetta e tornare al campo base nel minor tempo possibile.

Comincio quest'avventura a circa 2000 metri d'altezza, nei prissimi due giorni mi aspettano ancora 2200 metri circa di altitudine da conquistare, in una scalata di 8,72 km per raggiungere la vetta, il Picco di Low a 4095,2 metri sul livello del mare.

Lungo il sentiero che porta alla vetta scorgo diverse "monkey cup", piante carnivore dalla forma particolarmente bizzarra.

Lungo la prima parte del sentiero che si insinua all'interno di una fitta foresta pluviale, oltre alle numerose piante "bizzarre" ed un'atmosfera da "Libro della Giungla" di Kipling, vedo numerosi scoiattoli che attendono in agguato nei punti di riposo alla ricerca di qualcosa da mangiare offerto dallo scalatore di turno

ed ho la fortuna di vedere due hornbill, uccelli dall'aspetto preistorico che mi volano letteralmente davanti al naso prima di svanire nella nebbia che nel frattempo ha avvolto completamente la montagna.

Alle 12 e 10 finalmente arriviamo (io ed Iging) al rifugio a 3272metri di altitudine stanchi e sudati dentro e bagnati fuori per lo sforzo della camminata e per la pioggia che ci ha deliziato con la sua presenza in maniera insistente durante tutto l'ultimo km ed in maniera intermittente lungo tutta la salita.

Dopo un breve riposo nel primo pomeriggio ed una cena sostanziosa all'imbrunire è già tempo di tornare a letto per riposare il più possibile prima di partire verso le 02:30 del mattino per scalare il Kinabalu fino alla vetta.

Monte Kinabalu, 7 Novembre 2010
All'una e mezza del mattino suona la mia sveglia, ma dopo tutta l'adrenalina e l'eccitazione dei giorni scorsi stanotte ho dormito solo un paio d'ore, quindi adesso mi aggiro per il rifugio più addormentato che sveglio, faccio una colazione veloce ed è già tempo di partire.

Alle 02:30 io ed Iging (pronuncia Ighin) siamo pronti per partire, ma a me manca la torcia che l'altra notte avevo prestato ad un paio di ragazzi olandesi conosciuti in Vietnam e che non si sono ancora fatti vedere stamattina.
Aspettiamo, li cerchiamo ma non riusciamo a trovarli, quindi decidiamo di andare in due con una torcia, mentre la maggior parte dei gruppi sono già partiti.
Passo la prima mezzora a maledire ad alta voce gli olandesi in italiano dopo ogni passo, poi una volta scoperto che le batterie della torcia di Iging sono quasi esaurite, mi rassegno all'idea che sarà una scalata dura e buia e decido di conservare il fiato per la scalata.
All'inizio diversi gruppi bloccano il passaggio costringendomi a fermarmi ad ogni passo, ma al tempo stesso il sentiero è illuminato da tutte le torce dei componenti del gruppo che illuminano in ogni direzione, ma il passo o meglio i continui stop sono troppo frustranti, quindi ad un certo punto comincio a salire con il mio passo e lascio alle spalle numerosi gruppi-lumaca con le loro numerose torce e con la flebile luce della mia guida a seguirmi (la guida solitamente segue il passo dello scalatore e non viceversa), comincio la parte di scalata con le funi, mentre l'aria diventa sempre più rarefatta e la stanchezza si fa sentire ad ogni passo di più.
Si sentono le grida di gioia e soddisfazione dei primi che hanno raggiunto la vetta e intanto si vedono le luci di Kota Kinabalu ed il cielo comincia a schiarirsi.
Alle 05:11 il Kinabalu è conquistato!
raggiungo la vetta esausto ma troppo soddisfatto per sentire la stanchezza.

L'alba si avvicina, ma il sole ancora non si vede ed in vetta tira un vento gelido che ghiaccia le mani e gli entusiasmi, essere completamente sudati non aiuta a mantenersi caldi, in due parole: si congela!

Sorge il sole e tutte le fatiche degli ultimi 2 giorni vengono ripagate con una vista indimenticabile: la visuale a 360° dal sole che sorge illuminando tutte le montagne all'orizzonte fino al mare di Kota Kinabalu che si sta svegliando adesso.

Dopo qualche tempo in vetta è il momento di scendere, ma non appena faccio un paio di passi devo fermarmi per contemplare il paesaggio che mi ritrovo davanti, voglio riempirmi gli occhi con questi paesaggi per i prossimi giorni o fermare il tempo per poter ammirare tutto questo in eterno, ma non potendo fare nessuna delle due cose, mi fermo spesso per contemplare il paesaggio, prendere fiato e scattare un paio di foto.

Torno al rifugio e riposo qualche minuto prima di scendere nuovamente per la seconda parte del sentiero, completamente immersa nella foresta pluviale.
La seconda parte della discesa è infinita, una volta calata l'euforia della conquista la stanchezza prende il sopravvento, un pò perchè negli ultimi due giorni avrò dormito 6-7 ore camminando e scalando per il resto della giornata, un pò perchè la distesa è una distesa senza fine di scalini che le mie ginocchia non amano particolarmente ed infine perchè oggi oltre a scalare fino alla vetta scenderò lungo tutto il percorso che ho scalato in due giorni!

A tutto ciò va aggiunto il fatto che mi trovo pur sempre nella foresta pluviale durante la stagione delle piogge e se si chiama foresta pluviale un motivo ci sarà, infatti pluvia che è una meraviglia!
All'una torno al quartier generale del parco, congedo la mia guida e mi godo un meritato pranzo prima di tornare a Kota Kinabalu, stanco morto ma entusiasta per questa strepitosa avventura.


3 commenti:

  1. Complimenti per tutto Dottore,per la laurea e per le meravigliose fotografie mozzafiato che posti sul tuo blog...
    a presto un abbraccio Maria

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  2. Bel modo, e soprattutto originale, per festeggiare la laurea... Congratulazioni! Flaminia

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  3. Le tue emozioni si "leggono" nell'intensità dei tuoi sorrisi... ora sei davvero al top!! MaMi

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