giovedì 26 agosto 2010

Back to Bangkok

Bangkok, 21 Agosto 2010
Dopo un viaggio all’insegna dell’aria condizionata, Bangkok mi accoglie con la sua calda e avvolgente umidità non appena metto piede fuori dall’aeroporto.

Già dal tragitto dall’aeroporto alla città si rimane immediatamente colpiti dalle righe dei cartelli stradali scritti con i caratteristici “vermicelli” Thai e il più formale inglese, e dagli sguardi umili delle persone che guidano in questa giungla di ferro, cemento e vetro sfrecciando a tutta velocità con i loro mezzi di trasporto.

Ad un primo sguardo Bangkok è così, dietro all’umiltà degli abitanti si nasconde il vero motore che fa muovere la città: L’Ambizione.
La città è tutta un cantiere, opere di cemento armato abbandonate incomplete si alternano a fatiscenti caseggiati e casupole, che a loro volta, qua e là, devono fare spazio all’imponente presenza di qualche albergo di lusso o al gigantesco centro commerciale inaugurato di recente.
In questo sviluppo continuo e senza fine si può intravedere l’ombra della vicina Cina, mentre dal disordine che regola la disposizione delle nuove costruzioni traspare l’anima spensierata del popolo Thai.


Bangkok, 22 Agosto 2010
Il Jet Lag non mi lascia riposare sereno e la stanchezza per il viaggio del giorno ha lasciato presto il posto all’adrenalina per l’avventura che è appena cominciata. Dopo essermi rotolato in ogni singolo centimetro del mio letto senza aver chiuso occhio neanche per un minuto, decido di alzarmi cominciare presto la giornata. Il mio corpo mi chiede pietà, ma la mente corre troppo veloce per poterlo assecondare e così esco dall’ostello, sono le 6.07 di Domenica mattina.

Il programma di oggi prevedeva di riposare dopo il viaggio di quasi 15 ore per provare poi ad avventurarsi nello sterminato ChatuChak Market, ma girovagando senza meta per aspettare l’orario di apertura del mercato, vengo sorpreso da una frenetica attività per le strade, e da un’infinita processione di monaci buddhisti, che ricevono le offerte di cibo che vengono fatte loro dai venditori di alimentari o da semplici passanti che ottengono in cambio una benedizione per il generoso aiuto offerto.


Dopo essermi soffermato più volte per comprendere appieno il rito che si svolgeva davanti ai miei occhi ed aver seguito diverse file di monaci per capire come avvenisse il rituale in tutte le sue forme, è giunta l’ora di raggiungere il ChatuChak Market.

Con la futuristica sopraelevata che evita il traffico di Bangkok zigzagando tra i palazzi a oltre 20 metri da terra ci vuole un attimo ad arrivare dall’altra parte della città per raggiungere uno degli ingressi dell’immenso mercato. Arrivo presto, molto presto, e infatti molte bancarelle sono ancora chiuse, e le altre stanno cominciando ad esporre la merce in questo momento. Oltre ai Thai del luogo che mi guardano perplessi, ci sono solo un paio di turisti che si guardano tra di loro e mi guardano con la stessa aria smarrita che probabilmente ho anche io stampata in faccia.

Dopo qualche giro per il mercato, oltre al caldo, comincia a farsi sentire la stanchezza per il viaggio lungo e la notte insonne. Carico zaino e orgoglio sulle spalle e mi ritiro sconfitto dal ChatuChak Market per tornare a riposare all’ostello il prima possibile.
La sera, galvanizzato dal riposo pomeridiano mi avventuro per il centro commerciale della città, Siam Square, dove sono presenti i più grandi e lussuosi centri commerciali della Thailandia, alla ricerca della LonelyPlanet sul Sud Est Asiatico che mi aiuterà non poco durante il viaggio. Ora Spengo la luce, e spero anche i pensieri che girano vorticosamente nella mia mente, in modo da riuscire a dormire questa notte.


Anche se sono stato a Bangkok solo per qualche giorno, circa un anno fa, mi sembra di conoscere certe zone di questa città di 9 milioni di abitanti, come se fosse la mia città da sempre, strano no?

1 commento:

  1. Tiaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!! fatti sentire eh... un bacio enorme... bacio Sara
    P.S. se hai bisogno la editor è sempre disponibile

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