domenica 29 agosto 2010

Ayutthaya

Ayutthaya, 23 Agosto 2010

A soli 76 km dalla caotica Bangkok si trova Ayutthaya, l’antica capitale del regno del Siam.


Ayutthaya offre alle masse di turisti una quantità quasi infinita di templi e tempietti all’apparenza tutti uguali. Ci sono due modi per visitare queste perle di architettura siamese e spiritualità.

Metodo del “Turista-Standard”: La massa di “Turisti-Standard” solitamente scende da giganteschi pullman pieni di improbabili disegni dai colori sgargianti e luci al neon. L’enorme pullman sfreccia tipicamente a tutta velocità per le vie della città, favorito dalla sua incontrastabile mole. Una volta parcheggiato presso l’entrata dei diversi templi, vomita fuori dal suo ventre il gruppo di “Turisti-Standard” che in 5 minuti risale in tutta fretta dopo aver fotografato qualsiasi cosa eccetto il tempio, mentre il pullman aspetta con il motore ancora acceso, impaziente di passare al prossimo tempio della lista, per ripetere la procedura.


Metodo del “Turista-Tranquillo”: I Turisti-Tranquilli sono tipicamente viaggiatori più attenti ai dettagli, che possono rimanere deliziati da questa piccola città situata su un’isola creata dalla convergenza di tre fiumi. Nonostante le antiche rovine della capitale del Siam non riescano a competere con la “grandeur” dei templi khmer di Angkor, Ayutthaya è più tranquilla ed offre una pace ed un silenzio, che Angkor solitamente non è in grado di offrire.


Ayutthaya, 24 Agosto 2010

È stato incredibilmente rilassante visitare i templi in bicicletta, passando dall’uno all’altro attraverso dei sentieri che si insinuano tra laghetti, ponticelli ed altri templi. Sui sentieri, lontani dal traffico della città e immersi nel verde, il silenzio era interrotto solo dallo svolazzare di qualche airone spaventato dall’insolito passaggio di qualcuno in questi angoli di acqua, templi e tranquillità.


Oltre alle piacevoli passeggiate di questi giorni, i templi offrono alcune perle rare generate dall’unione dell’opera dell’ingegno dell’uomo e della natura. Qui nel Wat Phra Mahathat si trova la testa del Buddha incastonata tra le radici di un albero di bodhi.



La leggenda narra che, in tempi di scorribande e razzie, quando era uso comune tra i contadini tagliare le teste delle statue dei Buddha per rivenderle al mercato, quest’albero di bodhi, per salvare una di queste teste di Buddha mutilate selvaggiamente dai contadini, ne nascose una tra le sue radici, rivelandola nuovamente una volta che le scorribande finirono.


Tra teste di Buddha, alberi, templi e laghetti, è possibile godere di un ottimo “banana pankake”

(Proverò a caricare il video al più presto)

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