venerdì 18 settembre 2009

Sul Tetto del Mondo

Questa settimana sono stato in Tibet.

Prima di dire qualsiasi altra cosa:WOW!!!

È stato tutto spettacolare, incredibile e assolutamente MAGNIFICO!

Ma cominciamo con calma:


Day 1: Siamo sull’aereo per Lhasa (Io e Julia) e già in prossimità dell’arrivo, tra le coltri di soffici nuvole bianche che circondano tutto quanto sotto di noi, spuntano delle cime di quelle che sono le montagne più alte del mondo: uno spettacolo davvero curioso e inaspettato.

Sempre dall’aereo prima dell’arrivo a Lhasa, altri paesaggi da sogno colpiscono la nostra attenzione, ma il sogno si trasforma presto in realtà una volta a terra.




Appena giunti all’aeroporto siamo accolti calorosamente dalla guida tibetana e dall’autista che ci accompagneranno per questi giorni alla scoperta del Tibet e già dal tragitto dall’aeroporto a Lhasa, capiamo che siamo in un paese in cui ogni singolo istante è portatore di calma e serenità.

Sulla strada le stupende montagne in lontananza si confondono e mescolano con i fiumi che ci affiancano durante il tragitto.

Sembra di stare in un altro pianeta, ovunque volgi lo sguardo rimani incantato: persone, animali, paesaggi, tutto sembra non appartenere a questo mondo.

L’altitudine a Lhasa non è da sottovalutare (3650m sul livello del mare) e infatti il mal di testa dovuto alla forte pressione, mi accompagnerà per diversi giorni come un fedele ma indesiderato compagno di viaggio.



Day 2: Siamo andati al Potala Palace, che domina la città spiccando dalla vetta di una montagna.

Eravamo seduti in macchina tra strade caotiche a causa del traffico e tutto d’un tratto svoltiamo in una strada e ci troviamo di fronte a questo “colosso”, questa montagna apparentemente viva e brulicante di persone che costituisce il palazzo.

Una volta entrati ad ogni passo si poteva respirare un’aria di profonda sacralità a causa di tutte le cappelle, i luoghi di preghiera appartenuti ai differenti Dalai Lama, le infinite statue dei Buddha e i profumi di incenso che invadono ogni stanza.

Dal palazzo ogni tanto si aprono degli scorci o delle finestrelle che si affacciano all’esterno e incantano il distratto turista di passaggio ammaliandolo con paesaggi da 1000 e una notte e montagne a perdita d’occhio.







Day 3: Oggi sveglia presto per raggiungere il Namtso Lake, durante il tragitto (4 ore) abbiamo attraversato paesaggi indimenticabili, valicato il passo di La Ken La con i suoi 5190m sul livello del mare e il mio fedele mal di testa ha deciso di rafforzare il nostro controverso rapporto fino al ritorno a Lhasa.

Arrivati al Namtso Lake si rimane colpiti dalla fusione tra un lago così grande da sembrare un mare, e tutte le montagne circostanti innevate a tratti.










Day 4: Giornata dedicata a visitare il meraviglioso Palazzo d’Estate, il Museo Tibetano e altri monasteri come il Sera Monastery (uno dei più grandi in Tibet).

Dopo tutti questi luoghi più o meno sacri, abbiamo fatto diversi giri per il centro città, tra bancarelle di ogni tipo, monaci tibetani nel consueto abito rosso-arancio e devoti in preghiera ad ogni ora del giorno.


Day 5: Tira un’aria di malinconia, il sole e le montagne di tutti questi giorni hanno riempito i nostri occhi di paesaggi stupendi e vorremmo rimanere qui per sempre invece di tornare a Beijing: prima di ripartire abbiamo fatto tappa un’ultima volta al Potala Palace che mi ha letteralmente stregato, tanto che ogni giorno sentivo il bisogno di passarci vicino rimanendo spesso incantato ammaliato da questa “montagna vivente” statica e dinamica al tempo stesso.


In conclusione sono rimasto stregato da questa terra, il viaggio è stato fantastico e ho cercato di salvare nella mia memoria ogni singolo istante e ogni paesaggio o persona incontrate sul cammino.

È stata un’autentica purificazione passata attraverso il corpo e giunta fino all’anima.







3 commenti:

  1. L'emozione di queste foto, toglie il fiato... e l'idea che il mio "Piccolo Principe" sia là alla scoperta di un nuovo "pianeta", mi colma l'animo! Take care of you! MaMi

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  2. Come ti capisco! Anch'io, in terra tibetana, ho pensato: resto qui.. E forse un pezzetto di me c'è rimasto davvero. Questo è il trucco per poterci tornare :-) Un abbraccio forte, caro Matti.. Flami

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